In questa guida spieghiamo come disdire la tessera sindacale CGIL e mettiamo a disposizione un fac simile disdetta CGIL Word e PDF da compilare e stampare.
Indice
Disdetta CGIL
Quando si parla di disdetta dalla CGIL è utile distinguere con precisione due piani che procedono in parallelo ma producono effetti diversi. Da un lato c’è il recesso dal rapporto associativo con il sindacato, che chiude l’iscrizione e pone fine ai servizi e alle comunicazioni interne; dall’altro c’è la revoca della delega al datore di lavoro per la trattenuta dei contributi sindacali in busta paga, che è l’atto idoneo a interrompere materialmente il prelievo sullo stipendio. Il primo riguarda il rapporto con l’organizzazione, il secondo incide sul rapporto retributivo e necessita di un destinatario diverso, cioè l’ufficio paghe o l’amministrazione di appartenenza. La libertà sindacale individuale tutela non solo l’adesione, ma anche l’uscita: il lavoratore non ha l’obbligo di motivare la disdetta, e ogni condotta datoriale che colleghi la scelta associativa a vantaggi o svantaggi nel rapporto di lavoro è vietata e nulla. In questo quadro, la disdetta non può mai tradursi in ritorsioni su progressioni, mansioni o trattamenti economici.
La trattenuta dei contributi in busta paga esiste perché la legge consente alle organizzazioni sindacali di riscuoterli anche mediante ritenuta sul salario, ma questa ritenuta si fonda sempre sulla volontà del lavoratore. Ne deriva che, una volta revocata la delega, l’azienda deve cessare il prelievo con i tempi tecnici necessari alla gestione stipendi. Nel settore privato, dove non esiste una finestra normativa unica, la regola operativa è l’efficacia dal primo cedolino utile successivo alla ricezione della revoca, salvo diversi termini indicati nel contratto o nelle procedure interne. Per evitare contestazioni conviene inviare la revoca in forma scritta con un mezzo che fornisca prova della ricezione e della data, come la PEC o la raccomandata con avviso di ricevimento, indicando chiaramente da quando si chiede lo stop e allegando un documento di identità. La comunicazione al sindacato per la chiusura della posizione associativa è opportuna ma non sostituisce la revoca indirizzata al datore di lavoro, perché è quest’ultimo che dispone della delega sul cedolino.
Nel pubblico impiego la revoca segue regole più formalizzate, perché le buste paga sono gestite da piattaforme e tesorerie centralizzate e perché in vari comparti sono previsti momenti specifici dell’anno in cui la modifica diventa efficace. Nei sistemi gestiti da NoiPA la prassi consolidata prevede che la revoca presentata entro una certa data dell’autunno produca effetto dall’inizio dell’anno successivo, così da allineare l’operazione ai cicli contabili; la finestra più nota è quella che collega la presentazione entro il 31 ottobre con la cessazione dal primo gennaio seguente. In questi casi non basta una mail informale: l’amministrazione richiede l’uso di moduli dedicati, l’invio tramite i canali indicati e l’allegazione del documento di identità, e di norma domanda che l’istanza sia trasmessa sia all’ente datore di lavoro sia all’organizzazione sindacale interessata. Chi lavora nella PA dovrebbe quindi verificare la procedura del proprio comparto, rispettare i modelli e le scadenze e conservare le ricevute, perché la decorrenza dipende proprio dalla corretta presentazione entro le finestre previste; se la revoca perviene oltre termine, la cessazione della trattenuta viene di regola differita all’anno successivo. Accanto ai profili giuslavoristici c’è anche un tema di protezione dei dati personali. L’appartenenza sindacale rientra tra le categorie particolari di dati e il suo trattamento richiede basi giuridiche adeguate e cautele rafforzate. Nel momento in cui si recede dall’iscrizione si può chiedere che il sindacato cessi i trattamenti non più necessari e cancelli i dati non soggetti a obblighi di conservazione, fermo restando che quelli indispensabili per chiudere correttamente la pratica e per adempiere a obblighi di legge potranno essere trattati fino alla definizione amministrativa. Anche il flusso informativo tra sindacato, datore di lavoro e piattaforme stipendiali deve avvenire in modo tracciabile e conforme alle informative rese agli interessati, e per questo la forma scritta con prova di ricezione resta la strada più lineare.
Dal punto di vista pratico, una gestione ordinata passa per due comunicazioni coordinate ma autonome. La prima, indirizzata alla struttura CGIL competente per territorio o categoria, dichiara il recesso dall’iscrizione e chiede l’aggiornamento delle anagrafiche; la seconda, diretta all’ufficio paghe o all’amministrazione, revoca la delega alla trattenuta e indica la decorrenza richiesta, secondo i tempi del settore di appartenenza. Nel privato lo stop interviene dall’elaborazione del primo cedolino utile dopo la ricezione; nel pubblico l’efficacia è agganciata alle procedure e alle finestre del sistema in uso. Se, nonostante la revoca, la trattenuta dovesse proseguire oltre i tempi tecnici o oltre la finestra annuale, si può domandare per iscritto lo storno e la restituzione delle somme non dovute allegando la prova dell’avvenuta revoca; in caso di inerzia, restano praticabili i rimedi di legge.
Bisogna ricordare che la disdetta dall’organizzazione non incide sui diritti del lavoratore nei rapporti con l’azienda. La libertà sindacale è bilaterale: la scelta di aderire non può essere imposta e la decisione di recedere non può essere sanzionata. La delega stipendiale ha natura meramente strumentale alla riscossione dei contributi e non sopravvive all’atto di revoca; la sua cessazione non può essere ritardata per ragioni estranee ai tempi tecnici dei sistemi di paga o alle finestre formalmente stabilite. L’intero procedimento, se condotto con chiarezza e rispetto dei canali formali, si risolve in modo lineare: il sindacato prende atto del recesso, l’ufficio paghe interrompe la trattenuta secondo la prima data utile o dal primo gennaio nei comparti soggetti a finestra, e il lavoratore conserva pienamente i propri diritti senza subire effetti pregiudizievoli connessi alla scelta associativa.
Modulo Disdetta CGIL Word
In questa sezione mettiamo a disposizione il modulo disdetta CGIL Word.
I moduli possono essere scaricati sul computer e stampati. La compilazione è molto semplice, basta aprire il fac simile scelto e inserire i dati richiesti come spiegato in precedenza.
Modulo disdetta CGIL Word
Fac Simile Disdetta CGIL PDF
Il fac simile disdetta CGIL PDF può essere scaricato e compilato inserendo le informazioni che sono state indicate in precedenza.
Modulo disdetta CGIL PDF
Web content manager con esperienza ventennale, da oltre dieci anni lavoro per un'associazione di consumatori come responsabile dell'ufficio stampa.
Metto a disposizione la mia esperienza maturata in questo ambito per aiutare i consumatori a tutelare i propri diritti.