In questa guida spieghiamo come disdire un contratto Sicuritalia e mettiamo a disposizione un fac simile disdetta Sicuritalia Word e PDF da compilare e stampare.
Indice
Disdetta Sicuritalia
Quando decidi di chiudere un contratto Sicuritalia la prima cosa da fare non è scrivere di fretta una PEC, ma capire esattamente che contratto hai in mano: chi è la società controparte indicata nelle carte, qual è la durata pattuita del primo periodo, come funziona il rinnovo e quale preavviso richiede la clausola di disdetta. Queste informazioni non sono uguali per tutti e non sono sempre pubblicate online in modo uniforme; di solito si trovano nel modulo d’ordine, nelle condizioni generali e nelle eventuali condizioni particolari che ti sono state consegnate al momento della sottoscrizione o caricate nella tua area riservata.
Il modo corretto per impostare i tempi è partire dalla clausola “Durata, rinnovo e disdetta”. Qui trovi tre dati che valgono più di qualunque voce di corridoio: quando decorre il contratto, quando scade il periodo in corso, come si rinnova e con quale preavviso devi comunicare il mancato rinnovo. In alcuni contratti il primo periodo è pluriennale, in altri è più breve; in molti casi dopo il primo periodo il rapporto si rinnova di anno in anno con disdetta antecedente di un certo numero di giorni rispetto alla scadenza, ma è il tuo documento a dire quanti. Se ti accorgi che la finestra di preavviso è stretta, non perdere tempo: prepara subito la comunicazione e inviala con un mezzo tracciabile, chiedendo sempre una conferma scritta di presa in carico. Se la tua copia del contratto non è a portata di mano o se hai dubbi, scrivi al servizio clienti con il numero contratto e la data di sottoscrizione e fatti indicare per iscritto scadenza e preavviso applicabili: non è solo una cortesia, è la tua prova d’appoggio se più avanti qualcuno dovesse sostenere che sei arrivato tardi.
C’è poi una distinzione banalissima ma decisiva: sei un consumatore o agisci come professionista/impresa? Nei rapporti B2B, cioè quando il contratto è intestato a una partita IVA e il servizio è usato nell’attività professionale, le regole del Codice del Consumo non si applicano. Se invece sei un consumatore e hai firmato a distanza (per telefono o online) o fuori dai locali commerciali (ad esempio a casa tua), la legge ti riconosce il diritto di recesso entro 14 giorni. È un recesso “di ripensamento” che non necessita di motivazioni, ma con alcune eccezioni. Se il servizio è già stato eseguito integralmente entro i 14 giorni con il tuo consenso espresso, questo diritto non può essere esercitato a costo zero; se la prestazione è iniziata prima della scadenza del termine su tua richiesta, il recesso resta possibile ma è dovuto un importo proporzionato a quanto già erogato. Se oltre al servizio c’è anche la fornitura di beni (per esempio l’impianto), la disciplina pratica dipende da come quei beni sono contrattualizzati: vendita, noleggio, comodato d’uso. Per questo, anche nella finestra dei 14 giorni, conviene leggere e seguire con attenzione le istruzioni contrattuali e la modulistica di recesso predisposta dal fornitore, in modo da non sbagliare indirizzo, forma o tempistiche.
Una volta chiarito “chi sei” ai fini del diritto e “che contratto hai” ai fini delle regole, serve decidere la strada: disdetta alla scadenza o recesso anticipato. La disdetta è la comunicazione con cui chiedi che il rapporto non si rinnovi alla prossima scadenza naturale; è la via fisiologica, priva di sorprese economiche, a patto di rispettare il preavviso contrattuale. Il recesso anticipato, invece, è l’uscita prima della scadenza. Nei contratti dei servizi di sicurezza questa opzione c’è spesso, ma non è gratuita: quasi sempre prevede il pagamento di un importo per chiudere in anticipo, che può consistere nelle quote residue fino a fine periodo, in una penale predeterminata o nel recupero di sconti promozionali. Se stai valutando il recesso, chiedi prima un conteggio ufficiale e scritto dei costi di chiusura e confrontalo con i canoni che pagheresti restando fino a scadenza: a volte conviene aspettare e disdire; in altre, l’uscita anticipata ha senso.
Sul “come” inviare la disdetta, fai una scelta semplice: segui alla lettera la modalità che il tuo contratto indica. Alcuni contratti rinviano a un portale o a un modulo dedicato; altri prevedono esplicitamente l’uso della PEC o della raccomandata A/R. Se non esiste una procedura tecnica obbligatoria, la PEC è la soluzione più lineare perché ti dà prova di invio e di consegna. La casella istituzionale del gruppo è pubblicata nelle pagine ufficiali e, al momento risulta essere info@pec.sicuritalia.it; controlla però che nel tuo contratto non sia indicata una PEC diversa per la società specifica con cui hai sottoscritto, e in caso di doppio dubbio invia sia alla PEC contrattuale sia a quella istituzionale, indicando chiaramente numero di contratto, intestatario, indirizzo dell’impianto e data di scadenza. Se usi la raccomandata, spedisci all’indirizzo della sede legale riportato nel contratto e conserva ricevuta e cartolina di ritorno. Qualunque sia il canale, allega copia del contratto o dell’ordine, un documento d’identità dell’intestatario e, se stai scrivendo per conto di terzi, una delega firmata.
Nella sostanza della lettera non servono giri di parole: identifica te stesso e il contratto, dichiara in modo non equivoco che non intendi rinnovare alla prima scadenza utile, specifica che stai rispettando il preavviso previsto dalle condizioni e chiedi conferma scritta di ricezione e presa in carico. Se ci sono apparecchiature lasciate in comodato d’uso, chiedi di conoscere le modalità operative per la disinstallazione e la restituzione. Se il servizio comprendeva un’app o un cloud con dati personali o registrazioni, domandane la cancellazione al termine del rapporto, salvo gli obblighi di legge, e la disattivazione degli accessi.
Una parte spesso trascurata è la gestione delle apparecchiature. Molti pacchetti includono centrale, sensori, sirene, telecamere e SIM in comodato: questo significa che la proprietà resta del fornitore e alla cessazione dovrai restituire tutto secondo le modalità previste. In alcuni profili i costi di disinstallazione sono a carico del cliente, in altri sono inclusi o parzialmente coperti; in quasi tutti i casi la mancata riconsegna o la restituzione di materiale danneggiato comporta addebiti. Se invece l’impianto l’hai acquistato, la proprietà è tua: i servizi si spengono, ma i dispositivi restano a te; potresti riconfigurarli per un uso locale o proporli a un nuovo fornitore, tenendo d’occhio eventuali vincoli tecnici e contrattuali (SIM dedicate, protocolli proprietari, licenze software) che potrebbero richiedere interventi di adattamento.
Anche i pagamenti meritano attenzione. Se i canoni passano da domiciliazione bancaria o carta, evita di revocare il mandato prima che la chiusura sia stata formalmente registrata e che tu abbia saldato quanto effettivamente dovuto fino alla scadenza. Una revoca anticipata, anche nelle migliori intenzioni, rischia di generare insoluti e spese, oltre a complicare il dialogo con l’amministrazione. Dopo la data di cessazione controlla che non vengano emesse fatture di rinnovo; se dovesse succedere, inoltra immediatamente la contestazione allegando la tua disdetta e le ricevute che provano l’invio e la consegna.
Cosa fare se il problema non è la volontà di cambiare, ma disservizi concreti? In quel caso passa in modalità documentale: conserva ticket, mail, report di intervento, estratti dell’app e qualsiasi prova utile. Invia una diffida formale descrivendo i malfunzionamenti, chiedendo la rimessione in termini entro un tempo ragionevole e avvisando che, in mancanza, ti riservi le tutele previste dalla legge e dal contratto, inclusa la risoluzione per inadempimento. Se sei un consumatore, potresti anche valutare strumenti ADR o la mediazione; se sei un’azienda, scegli con il tuo consulente la via più efficace, tenendo conto di eventuali clausole di foro o arbitrato. In ogni caso, anche in presenza di disservizi, evita sospensioni unilaterali dei pagamenti senza una base giuridica o un accordo: rischieresti di trasformare una ragione in un contenzioso inutile.
Chiudiamo dove abbiamo iniziato: con il calendario. Il vero segreto non è conoscere a memoria una data “giusta” valida per tutti, ma avere la consapevolezza della tua scadenza e del tuo preavviso. Appena li hai nero su bianco, imposta un promemoria con un margine di sicurezza; prepara il testo, raccogli gli allegati e invia la comunicazione con qualche giorno di anticipo rispetto al limite. Se il contratto impone una procedura telematica, seguila senza improvvisazioni; in mancanza di istruzioni vincolanti, la PEC istituzionale è un canale adeguato e tracciabile. Una volta ottenuta la conferma, prepara la disinstallazione se hai un comodato e verifica la posizione contabile.
Modulo Disdetta Sicuritalia Word
In questa sezione mettiamo a disposizione il modulo disdetta Sicuritalia Word.
I moduli possono essere scaricati sul computer e stampati. La compilazione è molto semplice, basta aprire il fac simile scelto e inserire i dati richiesti come spiegato in precedenza.
Modulo disdetta Sicuritalia Word
Fac Simile Disdetta Sicuritalia PDF
Il fac simile disdetta Sicuritalia PDF può essere scaricato e compilato inserendo le informazioni che sono state indicate in precedenza.
Modulo disdetta Sicuritalia PDF
Web content manager con esperienza ventennale, da oltre dieci anni lavoro per un'associazione di consumatori come responsabile dell'ufficio stampa.
Metto a disposizione la mia esperienza maturata in questo ambito per aiutare i consumatori a tutelare i propri diritti.

